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LA CICCIA / CHIARIAMO SUBITO

È un libro senza la carta, ecco cos’è questo blog.
Ha la forma di un diario, ma non l’ho scritto in viaggio. La verità è che ho ricostruito tutto solo dopo il mio ritorno, ripercorrendo il tragitto attraverso le fotografie, le mappe, i messaggi e Google Street View per ogni strada che mi era possibile. È stata un’esperienza folle, ma mi ha permesso di rievocare ogni minimo ricordo e scegliere i migliori per riuscire a farvi entrare quanto più possibile in questa avventura.

Ho tentato di portarvi sulla strada, davanti alle incredibili persone che ho incontrato, nello splendore del frammento di mondo che ho attraversato e, non di meno, di creare per voi un tour panoramico anche dentro sogni ed emozioni che ho avuto il privilegio di sperimentare. Sono successe cose talmente grandi che a un certo punto non ho avuto desiderio maggiore di raccontarle.

Non è stato un viaggio unico nel suo genere, non si distinguerà per una certa caratteristica mai sperimentata da nessun altro.
Sono partito come camminatore esordiente, impreparato su cose anche elementari per molti altri, senza mettere in campo voti radicali e senza un coraggio straordinario.
Lo stesso potrei dire di queste pagine, della mia esperienza nel metterle al mondo.

Nonostante ciò, sono profondamente certo che nel testo è fiorito qua e là l’eco di qualcosa che travalica la mia semplice storia.
La mia speranza è quella di essere riuscito ad aprire un piccolo spiraglio tra quell’essenza intangibile e l’anima di chi si immergerà in questa lettura.

Fatemi sapere, voi che camminerete tra queste pagine.


PANDEMIA / PEREGRINARE NEL 2020

Quando ho iniziato questo cammino, in Italia eravamo gonfi di speranza che il peggio fosse passato, ma al contempo ancora tremanti di dolore e sgomento.
Sono partito da Bergamo, che per mesi è stata epicentro di un dramma epocale.
Lavorando come operatore in una casa di riposo che si trova esattamente là dove le conseguenze erano state più atroci, ho visto coi miei occhi la crudeltà di questo virus e toccato con le mie mani i corpi fragili di alcune decine di infetti, parte dei quali ha perso la vita proprio in quei mesi infami.

Dopo la Cina, le comunità di quel territorio hanno sperimentato per prime l’orrore devastante, lo smarrimento inimmaginabile che poi ha travolto l’intero pianeta e che ancor’oggi miete migliaia e migliaia di vittime.

Io, però, non sono partito in nome di quello che avevo visto e vissuto; la verità è che l’ho fatto per rispondere a un bisogno tutto personale, radicato in me ben prima della pandemia. Posso dire però di aver fatto spazio all’ombra così pesante di quel dramma, di averla abbracciata e portata con me.

Una serie di eventi mi ha convinto ad onorare queste terre e le loro vittime, anche se solo con un semplice passaggio. È stato qualcosa di veramente minimo, umilmente simbolico, e nient’altro. Mentirei se dicessi il contrario.

La seconda ondata pandemica ha influito profondamente sulla mia esperienza di viaggio, ma, fortunatamente, senza che si manifestasse mai nulla di minimamente grave.
I problemi si sono limitati all’organizzazione e all’ambito delle relazioni.
Riguardo al primo aspetto, la difficoltà maggiore è stata la chiusura di molte accoglienze pellegrine e il confinamento di intere regioni spagnole, con grosse conseguenze sul procedere del pellegrinaggio.
Rispetto alle relazioni, invece, ho avuto modo di sperimentare molte sfaccettature di una comprensibile diffidenza. Chi, come me, proprio in quei mesi scelse di muoversi in un’Europa attanagliata da questo male, dalla paura e dalle chiusure, ha inevitabilmente fronteggiato un’umanità scossa, poco o tanto.

C’è stata imprudenza nella mia scelta, inutile negarlo. Assieme a quella, però, io  e tutta la tribù di viandanti sulle vie dell’Apostolo abbiamo incarnato anche un’ostinata fiducia nella meraviglia inarginabile del vivere. Lo abbiamo fatto col maggior rispetto possibile. A volte ci si è lasciati andare, come se il virus non esistesse più, come se fossimo immuni per qualche stupido motivo. Spesso, in terra spagnola, condividevamo la sensazione palpabile di vivere in una specie di bolla. Ci possiate perdonare.
Possano queste pagine, la condivisione di tutto quello splendore, restituire a chi ha sofferto la gravità di quei mesi un minimo riflesso della luce che siamo andati sfacciatamente a prenderci.


AMICA CARTA / PAROLE DA TOCCARE

Questo libro digitale non è per forza destinato ad essere letto dallo schermo di un computer o di uno smartphone.
Sta sospeso nella rete, ma troverete sempre dei file PDF scaricabili che vi permetteranno di stamparne una copia per il vostro uso personale (pur nel rispetto delle norme di copyright segnalate).

Un racconto stampato su carta mantiene un fascino ineguagliabile, anche se qui ho avuto la possibilità di inserire centinaia di fotografie che vi accompagneranno nel viaggio della lettura. Non una cosa da poco.
Forse in futuro riuscirò a distribuire diversamente questo mio scritto, ma per ora non mi è stato possibile.

Se qualcuno volesse aiutarmi a realizzare questo piccolo grande sogno, per me sarebbe un onore. Donazioni dedicate alla pubblicazione e qualsiasi altro suggerimento saranno ben accetti.
Puoi scrivermi all’indirizzo info@unasanaimprudenza.it oppure cliccare direttamente il pulsante qui sotto.

Qualche altra informazione la puoi trovare qui.


AGRADEZCO / I MIEI ANGELI CUSTODI

Stracitata nel testo, inizio con Sara Zanni, autrice del blog www.100daysontheway.com e del libro Cento giorni in cammino. L’ho contattata appena ho preso la decisione di partire e da allora mi ha aiutato e sostenuto splendidamente. Il mio itinerario è nato proprio da quello del suo pellegrinaggio di sette anni fa. È una persona favolosa. Andate a conoscerla e a scoprire i suoi progetti!

Dopo Torino, Sara mi mise in contatto con un pellegrino che avrebbe potuto essermi utile per organizzare le mie tappe in Val di Susa: si chiama Fabio Sebastiano. Anche lui è stato un sostegno preziosissimo durante il viaggio, ma ancor più per la preparazione di questo resoconto. Con eclatante dedizione e generosità, mi ha fatto da correttore, regalandomi ore e ore di tempo, senza mai smettere di spronarmi. PS: è un pellegrino molto più esperto di me e un ottimo fotografo. Lo trovate al sito: www.fabiosebastiano.it.

Il terzo pellegrino che ringrazio è Danilo ‘The Pilgrimfox’  Galli. Prima di partire, scoprii che un altro italiano aveva deciso di lasciare tutto e raggiungere Santiago da casa, due mesi prima di me. Lo contattai e fin da subito si mostrò entusiasta nel darmi consigli preziosi. Durante il viaggio, poi, siamo rimasti in contatto costantemente, condividendo in qualche modo l’avventura più grande che avessimo mai intrapreso. Cercatelo su Facebook e Instagram

Al quarto posto metto i miei genitori. Facile lasciare casa, ma poi dove torni a scrivere per sei mesi senza neanche un lavoro? Non mi nascondo: devo ringraziare la loro ospitalità e la loro pazienza se ho potuto coronare questo secondo sogno. Ritrovarci tra le stesse quattro mura dopo anni era una sfida che non era scontato avremmo superato indenni: grazie mille!

Tre nomi importantissimi e indimenticabili sono quelli di Tiziano, Amedeo e Zoe, compagni di viaggio in terra spagnola. Con loro ho condiviso avventure rocambolesche, frammentate e piene di umanità, e solo chi arriverà fino in fondo alla lettura potrà capire quanto abbiano significato per me.

Per quanto riguarda il sito, ringrazio con tutto il cuore Beppe, inestimabile amico di vecchia data e paziente fautore di questa piattaforma.

Tra le anime che hanno seminato nella mia vita quell’impulso a cavalcare quest’onda, ricordo con immenso affetto Raffaella, e non di meno l’amico Sergio, che con le sue parole ha inconsapevolmente influito sulle prime pennellate di questo dipinto pellegrino.

Voglio trovino posto qui anche i nomi di Laura e Chiara: amica unica e insostituibile la prima, entusiasta compagna dei primi passi la seconda. Assieme a loro anche un ricordo accorato a tutte le ex colleghe e colleghi di Torre Boldone, che hanno voluto sostenere la mia partenza con una generosità ineguagliabile.

Tutti gli altri e le altre l* incontrerete nel libro, e non ce n’è un* che non sia stat* incredibilmente importante perché tutto questo prendesse forma come è successo.

Ultimi in quest’elenco, ma primi nel mio cuore e sulla mia bocca ogni mattina, Roberto, Stefano e Fabio, angeli veri, anime vive. Non c’è stato giorno in cui non vi abbia chiesto di insegnarmi quel vostro sorridere alla vita. Vi ho sentiti realmente vicini, e portarvi con me è stata una gioia e un onore.


DICO A LEI / I MAGGIORI DESTINATARI

Ebbene sì, nelle mie intenzioni queste pagine sono dedicate a qualcuno in particolare.
Non me ne vogliano gli appassionati di cammini, che spero trovino comunque qualcosa di piacevole in questa storia come tante già son state narrate. Non sono loro, però, le persone che vorrei far emozionare di più.

La mia speranza più grande è di far viaggiare soprattutto chi non può, chi non ha potuto e chi non potrà: a voi soprattutto è dedicato questo scritto. Spero di regalarvi qualche ora altrove, tra gli inciampi e i grattacapi, le gioie e i mezzi miracoli di un pellegrinaggio dall’Italia alla Galizia.


PERFETTO SARAI TU! / SI FA QUEL CHE SI PUÒ

Lasciate anche che vi anticipi un’ultima cosa: meglio di così proprio non sono riuscito a fare.
Dall’organizzazione al viaggio, al mio modo di essere e di pensare, fino all’enorme impegno di mettere tutto nero su bianco e incastrarlo qui, nella grande rete.

Troverete moltissime tracce di questa mia appassionata fatica, e ancor di più della mia inesperienza, sia in molti miei atteggiamenti durante il viaggio, sia nel testo stesso, che di certo non mancherà di refusi d’ogni genere e altre sgangheratezze.

Segnalatemi tutto, senza pietà. Avere un testo pubblicato qui ha perlomeno il vantaggio di poterlo correggere facilmente, e mi farà piacere approfittarne.

Riguardo alle scelte discutibili, alle generalizzazioni, ai giudizi affrettati, alla spocchia, ai piagnistei di cui mi sono macchiato qua e là, possiate apprezzare almeno l’onestà di non averli omessi. Mi tirerete le orecchie dal vivo, mettiamola così. Magari mentre cammineremo insieme con i nostri zaini in spalla e una conchiglia in bella vista. Affare fatto?